TACHICARDIA NOTTURNA CON IL CUORE A POSTO
AVETE LA TACHICARDIA NOTTURNA E IL CARDIOLOGO VI HA DETTO CHE AVETE IL CUORE A POSTO?
Parliamo dunque della tachicardia notturna con il cuore a posto. La persona inizia a sentire, spesso di notte, i ben noti sintomi della tachicardia, cioè i battiti cardiaci molto intensi e più frequenti del normale, con una sensazione di fastidio, oppressione, o addirittura dolore al torace sinistro. Naturalmente la persona si preoccupa, e non riesce a riaddormentarsi subito. La cosa più preoccupante è che non si tratta mai di un episodio passeggero, ma questo prima o poi si ripete, e sempre più frequentemente. Se non si cerca aiuto da un medico specializzato, la tachicardia si trasforma in aritmie con extrasistoli, e poi si verificano addirittura i sintomi terrorizzanti della fibrillazione, che richiede un ricovero d’urgenza e l’esecuzione della cardioversione. Ovviamente la cosa più sensata è di recarsi al più presto da un cardiologo, che ordina gli esami necessari, i quali però risultano spesso tutti negativi. Cosa fare allora? Se il soggetto è già stato diagnosticato come ansioso, pensa che il suo disturbo sia dovuto all’ansia, e si sottopone a delle sedute di psicoterapia. Queste possono dare un miglioramento, ma ben difficilmente la guarigione. Infatti non vi è dubbio che un soggetto caratterialmente ansioso possa preoccuparsi moltissimo della tachicardia notturna, fino ad avere la paura di morire. Ma è improbabile che l’ansia ne sia la causa principale, perché l’ansia di per sé stessa dà vari altri sintomi, come paure immotivate o disturbi del sonno, ma ben raramente una tachicardia. Se il soggetto, poi, non è mai stato diagnosticato come ansioso, dopo la visita cardiologica non sa più a quale specialista rivolgersi. In ambedue i casi, alcuni in seguito chiedono il parere di altri cardiologi, ma dopo la visita la risposta è sempre la stessa: il Suo cuore è a posto!
IL MIO PRIMO CONSIGLIO: OSSERVATEVI LA PANCIA!
A chi si trova in questa situazione imbarazzante e spesso disperata, io consiglio, prima di recarsi da un altro specialista, di osservarsi la pancia. Quasi sempre la vedrete gonfia, più gonfia di quando non avevate ancora la tachicardia. Già solo questa piccola osservazione vi può mettere in grado di trovare la strada per risolvere il vostro problema. Uno scienziato e medico tedesco, Ludwig Roemheld, aveva fatto questa osservazione prima di voi nella prima metà del secolo scorso. Egli pensò: un gonfiore così cospicuo non può essere provocato solo da grasso, ma da gas contenuto nell’intestino, che si libera per effetto della fermentazione batterica. Questo gas invade tutto l’intestino, anche la sua parte più alta. Se, con un meccanismo qualsiasi, diretto o mediato dal sistema neurovegetativo (principalmente dal nervo vago), si crea così una compressione contro l’apice del cuore, non potrebbe scatenarsi per reazione una tachicardia? Egli aveva ipotizzato in quel momento quella che in seguito fu chiamata la sindrome di Roemheld.
I DISTURBI RESPIRATORI DELLA SIDROME DI ROEMHELD
Un disturbo collaterale della sindrome di Roemheld, meno grave della tachicardia e delle sue complicanze, ma comunque molto fastidioso, è un’improvvisa difficoltà nella respirazione. Si sente il respiro come bloccato a metà della inspirazione, come se i polmoni non riuscissero a riempirsi a fondo. E così è nella realtà. Infatti l’intestino rigonfiato preme verso l’alto non solo contro l’apice del cuore, ma anche contro le basi dei polmoni, che non possono più scendere in fondo al torace durante l’inspirazione come avviene nella persona sana. Chi non ha mai provato queste due sensazioni contemporanee, di svegliarsi nella notte con il cuore che rimbomba e con il respiro dimezzato, non può immaginare il terrore che si impadronisce del malcapitato che ne è colpito!
COME CURARE LA SINDROME DI ROEMHELD?
Visto che la prima causa di questi due disturbi è la fermentazione intestinale, è ovvio che la loro miglior terapia è l’eliminazione della fermentazione. Non porta ad un miglioramento duraturo agire sul cuore, visto che gli esami su di esso hanno dato tutti un esito negativo. Se è stata diagnosticata una sindrome di Roemheld, può solo aggravare la situazione il cercare di rallentare i battiti del cuore con i numerosi farmaci che hanno questo scopo, perché la prima causa permane invariata, e continua a danneggiare il cuore comprimendolo. In tal modo si finisce, con il perdurare dell’errata terapia, per ritrovarsi con una vera e propria malattia cardiaca, che al limite potrebbe addirittura essere un infarto. Non si sbaglia quindi di raccomandare a questi malati e a chi li cura di instaurare fin da subito una terapia corretta, cioè causale.
LA CURA MAYR, LA MIGLIOR CURA DELLA SINDROME DI ROEMHELD
Secondo la mia esperienza, la miglior cura del gonfiore addominale é la Cura Mayr, ideata dallo scienziato e medico austriaco Franz Xaver Mayr, contemporaneo di Roemheld. Si tratta di una cura interamente naturale, basata sulla razionalizzazione della alimentazione e dell’attività fisica della persona, per cui tra l’altro è utile non solo per la tachicardia, ma anche per vari altri disturbi. L’alimentazione nella Cura Mayr è sempre molto gradevole, e non ha nulla a che vedere con le usuali diete dimagranti, ma è proprio finalizzata alla eliminazione della decomposizione batterica dei cibi, che ha luogo nell’intestino quando i cibi ristagnano troppo a lungo in esso. La decomposizione batterica provoca sia fermentazione dei carboidrati che putrefazione delle proteine, per cui la Cura Mayr ha anche il vantaggio di eliminare questa seconda causa di decomposizione, migliorando vari disturbi provocati da essa, come il mal di testa. Se desiderate informazioni sulla alimentazione consigliata dal Dottor Mayr, più dettagliate della pagina di questo sito che ho dedicato alla Cura Mayr, potete leggere il mio libro Dieta Mayr, il quale è stato così benvoluto dai lettori, che dopo più di trent’anni è ancora disponibile in tutte le librerie italiane!
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