BRUTTEZZA E BELLEZZA SI POSSONO MISURARE?
Il fatto che la bruttezza, e quindi anche la bellezza, si possano “misurare” pare oggi piuttosto inverosimile, eppure già Leonardo da Vinci sosteneva che le punte delle dita di mani e piedi di un uomo bellissimo, che allarga braccia e gambe formando una X, sono perfettamente inscrivibili in una circonferenza. Famoso è il suo disegno che visualizza questa ipotesi. Prima e dopo Leonardo io conosco solo uno che si è occupato con metodo scientifico della questione, e precisamente il gastroenterologo e ricercatore austriaco Franz Xaver Mayr (1875-1965). La premessa alla sua ricerca fu che la bruttezza, e quindi anche la bellezza, fossero direttamente proporzionali al grado di salute della persona. Visto che nessuno prima e dopo di lui ha mai definito scientificamente il grado di salute o di malattia, egli postulò le due eguaglianze grado di salute = grado di bellezza, e grado di malattia = grado di bruttezza, per cui in un colpo solo pose le basi per definire contemporaneamente questi quattro concetti del tutto nuovi. Vediamo come.
COSA SIGNIFICA “MISURARE”?
Tutti i fisici sanno che misurare una grandezza significa trovare un numero, chiamato “misura”, che moltiplicato per l’unità di misura di quella grandezza dà per risultato la grandezza stessa. Nel caso di Mayr, egli misurò per molti anni alcune grandezze sul corpo dei suoi pazienti, e le mise in relazione sia con l’ideale di “bellezza” che egli aveva, sia con lo stato di salute del paziente valutato con i classici metodi clinici della medicina. Non fu un procedimento statico, ma dinamico: cioè egli osservò ogni paziente per vari anni, e registrò come variavano nel tempo le misure, e a quale valore tendevano quando si stabilizzavano. Se il paziente, seguendo le sue terapie, stava sempre meglio, e ad un certo punto “scoppiava di salute”, le sue misure con ogni probabilità dovevano essere quelle della bellezza, e così appariva infatti con tutta evidenza. Come controprova, misurando i pazienti più malati che gli giungevano, notando che le misure erano molto diverse da quelle della bellezza, e constatando che questi pazienti parevano veramente “brutti”, si convinceva sempre più della giustezza della sua ipotesi. Come vedrete le grandezze misurate erano, ad esempio, distanze tra punti del corpo, angoli tra ossa, masse di parti del corpo, curvature della superficie corporea, scale di colori della pelle. L’enorme sorpresa di Mayr fu l’osservare che tutte le persone, sia quelle sanissime = bellissime che quelle malatissime = bruttissime, tendevano esattamente alle stesse misure. Compito della scienza, e di tutti noi, sarà quindi verificare se Mayr ha scoperto veramente una legge scientifica!
LE MISURE DELLA BRUTTEZZA.
In questo sito è ovviamene impossibie descrivere i numerosi parametri della bruttezza di Mayr, ma mi limiterò ad accennarne uno, il girovita. Lo troverete cliccando la mia pagina bellezza di questo sito, naturalmente facendo anche il ragionamento opposto: quanto più una persona ha la pancia gonfia in rapporto alla sua statura, tanto più è brutta e malata! Una carrellata dei più importanti tra gli altri parameri di bellezza e bruttezza potrete leggerli nelle pagine da 26 a 32 e da 39 a 47 del mio libro Dieta Mayr, che è disponibile in tutte le librerie italiane da più di trent’anni. Chi sa il tedesco può avere una visione completa di questa notevolissima scoperta nel libro “Schoenheit und Verdauung” di Mayr, purtroppo non ancora tradotto in italiano. E la migliore delle esperienze (scientifiche!) che potrete fare, per convincervi della verità dell’ipotesi di Mayr, sarà di osservare e interrogare le persone intorno a voi, soprattutto se le vedete in costume da bagno…
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Dr. Paolo Cataldi
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